Il 24 febbraio, ricorrerà il primo anniversario del drammatico conflitto russo-ucraino.

Il bilancio è terribile: decine di migliaia di morti, dieci milioni tra profughi e sfollati, la distruzione di intere città, una crisi economica, energetica ed alimentare che colpisce interi continenti.

È stato recentemente pubblicato da Amnesty International un report dal titolo “I used to have a home”- Older people’s experience of war, displacement and access to housing in Ukraine” (Quando avevo una casa: l’esperienza della guerra, dello sfollamento e dell’accesso agli alloggi per gli anziani in Ucraina), che mostra come, in situazioni di emergenza come quella provocata in Ucraina dall’invasione russa, le persone anziane molto spesso debbano affrontare rischi aggiuntivi e aggravati, poiché non di rado esasperati da situazioni di povertà, condizioni di salute, discriminazioni legate all’età. Le ricerche sono state condotte tra marzo e ottobre del 2022.

Un impatto sproporzionato di questa devastante invasione sta ricadendo sulle persone anziane”, ha dichiarato Laura Mills, ricercatrice di Amnesty International per le persone anziane e per le persone con disabilità.
L’Ucraina, dove gli ultrasessantenni sono il 23% della popolazione, è uno dei “paesi più vecchi” al mondo, nonché, al momento, il contesto di guerra in cui la percentuale di anziani colpiti dal conflitto risulta essere superiore a quella registrata negli altri contesti di guerra, ancora attivi, in giro per il mondo, ci informa Amnesty.
Secondo l’OHCHR (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani) il numero di morti e feriti tra i civili più anziani è altissimo: quando è stato possibile raccogliere i dati in base all’età, le evidenze hanno dimostrato che, nel periodo tra febbraio e settembre 2022, il 34% delle vittime civili ucraine era costituito da ultrasessantenni; tra i feriti, circa il 28% aveva età pari o superiore a sessant’anni.

Ciò che apprendiamo dal report è che, durante le ostilità, molte persone anziane non hanno abbandonato le loro case, anche in situazioni molto critiche, e ciò per una serie di ragioni: perché non sapevano dove andare e non potevano permettersi un altro alloggio; spesso perché impossibilitate a spostarsi, o perché semplicemente non volevano abbandonare le loro abitazioni; talvolta perché i percorsi di evacuazione non erano per loro accessibili o non venivano loro fornite le informazioni adeguate per potersi spostare. 
In moltissimi sono perciò rimasti in alcune tra le zone più colpite dal conflitto, con rischi incalcolabili per la loro sicurezza e la loro salute, spesso in abitazioni parzialmente distrutte, prive di elettricità, senza possibilità di accesso alle strutture sanitarie o ai servizi essenziali e senza poter più contare sulle reti di assistenza comunitaria e sociale attive prima della guerra.
Il problema della povertà tra gli anziani in Ucraina esisteva ben prima dell’inizio del conflitto, che naturalmente ha esasperato le criticità già presenti. Le pensioni in Ucraina sono molto basse: secondo il Commissario per i Diritti umani del Parlamento ucraino, quasi l’80% degli anziani in Ucraina riceveva pensioni al limite della soglia di povertà già prima del 2022la situazione è ancora più critica per le donne anziane che, in media, percepiscono pensioni del 30% inferiori rispetto a quelle degli uomini e che, con una longevità media superiore di 10 anni a quella degli uomini, si trovano più di frequente in situazioni sia di povertà che di solitudine.

Molti anziani che hanno dovuto lasciare le loro case e che non avevano alternative, date le loro maggiori difficoltà a trovare altre soluzioni, sono stati collocati in rifugi temporanei e in centri di accoglienza, che però spesso risultavano essere totalmente inadatti alla loro permanenza, soprattutto per gli anziani soli o con disabilità, anche a causa della limitatezza dei servizi di supporto, ci dice il report. Di conseguenza la maggior parte di loro, soprattutto quelli con disabilità, sono stati collocati in istituti statali per anziani o per persone con disabilità: secondo il Ministero ucraino delle Politiche sociali, solo a luglio del 2022, gli spostamenti sono stati di oltre 4000 anziani.
Molte delle persone anziane che venivano trasferite in istituti, spesso, però, non avevano nessuna disabilità e molte non avevano espresso la volontà di andarci. 
È chiaro, secondo il report, che, l’obiettivo delle politiche dell’Ucraina è senz’altro quello di offrire con urgenza alle persone anziane un riparo che sia più adeguato, per certi versi, dei rifugi, ma quello che poi di fatto succede è che essi vengono di frequente sistemati in contesti isolati, in cui alti sono i rischi di negligenza, trascuratezza e abuso, e da cui è difficile andarsene, soprattutto se l’anziano ha una qualche disabilità.
Amnesty ha visitato sette strutture statali per anziani e persone con disabilità e ha riscontrato preoccupanti situazioni di mancanza di personale e numerosi episodi di abbandono, isolamento, restrizioni della libertà di movimento; gli anziani con mobilità ridotta non venivano quasi mai spostati dai loro letti e non veniva fornito loro nessun tipo di supporto oltre all’alimentazione e ai servizi igienici di base. 
Sia Amnesty che il Comitato per la sorveglianza e l’attuazione della Convenzione per i Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD-Convention on the Rights of Persons with Disabilities) ribadiscono che sia della massima importanza che il governo monitori questa situazione e si adoperi perché il sostegno alle persone anziane, in particolare a quelle con disabilità, non si concluda con l’evacuazione o con il diretto collocamento in istituti, ma perché agli anziani vengano offerti alloggi sicuri in contesti non istituzionali. 
Anche gli altri paesi, sottolinea Amnesty, dovrebbero facilitare l’evacuazione delle persone anziane, con particolare attenzione alle persone anziane con disabilità, verso alloggi accessibili all’estero; mentre le organizzazioni internazionali e le ONG dovrebbero attivarsi efficacemente per supportare finanziariamente le persone anziane, di modo che possano permettersi di affittare alloggi e, in accordo con le autorità ucraine, considerarle tra le categorie prioritarie nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di nuova costruzione.
In conclusione, per Amnesty International, questa guerra, come tante ancora in corso, deve servire da campanello di allarme per la comunità internazionale, anche nella direzione di accelerare il processo verso la elaborazione di una convenzione internazionale specifica per la protezione dei diritti degli anziani.
Per saperne di più: https://www.amnesty.org/en/documents/eur50/6250/2022/en/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *