La consapevolezza è la prima linea di difesa dei nostri dati personali
Proteggere la privacy significa proteggere se stessi ed avere consapevolezza del valore dei propri dati personali.
Queste “Pillole di diritto”, affrontano un tema che riguarda la vita di tutti, in questo mondo sempre più “interconnesso”.
Raccontiamo il trattamento della videosorveglianza, la quale prevede l’acquisizione delle nostre immagini. Le nostre strade oramai sono colme di telecamere e cartelli che informano dell’istallazione di sistemi di videosorveglianza.
VIDEOSORVEGLIANZA: PRINCIPI GENERALI
La raccolta, la registrazione, la conservazione e, in generale, l’utilizzo di immagini configura un trattamento di dati personali.
È considerato dato personale, infatti, qualunque informazione relativa a persona fisica identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione.
La videosorveglianza è utilizzata a fini molteplici, alcuni dei quali possono essere raggruppati nei seguenti ambiti generali:
-protezione e incolumità degli individui, ivi ricompresi i profili attinenti alla sicurezza urbana, all’ordine e sicurezza pubblica, alla prevenzione, accertamento o repressione dei reati svolti dai soggetti pubblici, alla razionalizzazione e miglioramento dei servizi al pubblico rivolti anche ad accrescere la sicurezza degli utenti, nel quadro delle competenze ad essi attribuite dalla legge;
-la protezione della proprietà;
-la rilevazione, prevenzione e controllo delle infrazioni svolti dai soggetti pubblici, nel quadro delle competenze ad essi attribuite dalla legge;
-l’acquisizione di prove.
La necessità di garantire, in particolare, un livello elevato di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali rispetto al trattamento dei dati personali consente la possibilità di utilizzare sistemi di videosorveglianza, purché ciò non determini un’ingerenza ingiustificata nei diritti e nelle libertà fondamentali degli interessati.
DOVE NON SI POSSONO INSTALLARE LE TELECAMERE?
Le telecamere di videosorveglianza domestica non si possono installare ovunque.
Al contrario si devono posizionare nelle aree di propria pertinenza, ciò per evitare di riprendere spazi comuni come pianerottoli, giardini e parcheggi o il passaggio dei pedoni in strada.
TELECAMERE NELLE CASE DI RIPOSO PER PROTEGGERE GLI ANZIANI
Le telecamere se entrano nelle RSA lo fanno con discrezione e nella massima trasparenza.
La videosorveglianza nelle strutture protette può entrare in punta di piedi facendo particolare attenzione alla riservatezza degli ospiti, ai diritti dei lavoratori e ai principi fondamentali del regolamento europeo.
In ogni caso dovranno essere sempre ben visibili i tradizionali cartelli informativi in prossimità delle telecamere e messe a disposizioni degli ospiti informative di secondo livello complete per evitare sanzioni.
La digitalizzazione delle strutture socio-sanitarie rende sempre più interconnessi gli aspetti di sicurezza dei lavoratori e sicurezza degli ospiti, favorendo la collaborazione reciproca tra strumenti diversi come sorveglianza varchi, sistemi audio/video, riconoscimento delle persone e procedure di assistenza degli ospiti.
Allo scopo di tutelare gli anziani e i soggetti con disabilità, il governo ha messo a disposizione 80 milioni di euro fino al 2024, da ripartire tra le regioni. Si tratta di un provvedimento che, oltre a garantire la sicurezza e il benessere delle persone ospitate in queste strutture, vuole rappresentare una garanzia per i lavoratori, nonché uno strumento per lavorare con maggiore tranquillità.
L’obiettivo dichiarato è quello di favorire l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso nelle strutture socio- sanitarie e socio-assistenziali.
Per conoscere meglio la normativa, approfondire il tema della videosorveglianza e degli adempimenti applicabili a soggetti pubblici e privati, leggi la presentazione allegata.